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Numero: 4
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Titolo: Il fantasma di Anna Never
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Collana: Serie Regolare
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Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi
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Disegni: Corrado Roi
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Copertina: Claudio Villa
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Lettering: Carmen Bioletto
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Data di pubblicazione: gennaio 1987
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Casa editrice: Editoriale Daim Press
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Periodicità: mensile
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Formato: cm 16x21
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Foliazione[1]: 96 pagine + copertina
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Caratteristiche editoriali: brossurato
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Tipo di stampa[2]: bianco e nero
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Esaurito/Disponibile[3]: esaurito
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Note e curiosità: Quest’avventura di Dylan Dog, come s’intuisce fin dal titolo e dalla copertina, è ispirata al tema dei fantasmi, anche se quello di questa storia, in realtà, è un po’ “anomalo” ed è generato da uno strano potere. Alla base di tutto, infatti, c’è un libro, tra l’altro citato dallo stesso Dylan nella seconda vignetta di pagina 81, “Io sono Helen Driscoll”, del grande Richard Matheson, in cui un ipnotista risveglia le capacità soprannaturali in un suo paziente tanto da fargli vedere il futuro, pubblicato originariamente da “Urania” e più volte ristampato. Rimanendo in argomento spettri a un livello letterario superiore, e quasi impossibile da leggere per la sua carica di tensione, è invece “Giro di vite” di Henry James, da cui Jack Clayton trasse, nel 1961 il film “Suspence”. Nel più popolare campo della letteratura “di genere” troviamo invece tre illustri precursori dell’Indagatore dell’Incubo: “Carnacki, il Cacciatore di Spettri” di William Hope Hodgson, “John Silence, l’Investigatore dell’Occulto” di Algernon Blackwood, “Il dottor Hesselius” di Sheridan La Fanu, e i “Racconti di fantasmi di un antiquario” di Montague Rodhes James del 1904. Infine è inammissibile non ricordare le tante scrittrici inglesi come Mrs Riddell, Vernon Lee, Amelia B. Edwards e la statunitense Edith Wharton i cui racconti (specialmente le “Storie di fantasmi” della Wharton) sono spesso più terrificanti di quelli dei colleghi maschi. Faccio invece solo un accenno al misterioso “Shining”, romanzo di Stephen King e film-capolavoro di Stanley Kubrick, tra le cui molte interpretazioni quella di una pura e semplice “ghost story” ha certo diritto di cittadinanza. Esaurisco il settore cinema con quattro titoli, due dal passato, “La casa sulla scogliera”, pellicola dall’atmosfera inquietante del 1943, e il più melodrammatico “Il ritratto di Jannie”, del 1948, e due molto più recenti: il supereffettistico “Poltergeist” (con immancabile seguito) e il supervalutato “Ghostbusters”. Passando alla musica “Me and my dead wife” (“io e la mia defunta moglie”) di Robin Hitchcock and The Egyptians è, a quanto mi risulta, l’unica canzone sull’argomento, così come unica è l’opera lirica “La medium” di Menotti. Al di là della fantasia, rimane poi il vasto campo dei volumi, più o meno “scientifici”, ma sempre divertenti, dedicati allo studio degli spettri. In italiano citiamo almeno la famosa “Giuda dei fantasmi inglesi” di Lord Halifax, la “Guida dei fantasmi americani” di Susy Smith e “Le case infestate” di Camille Flammarion. In inglese, la bibliografia è invece molto più ricca, tra gli altri, impossibile non citare “Ghosts, The Illustrated History” di Peter Haining, edito da Sidgwick & Jackson, “The Hamlyn Book of Ghosts” di Daniel farson, pubblicato da Hamlyn, e “Ghosts in Photographs”, dato alle stampe dalla casa editrice newyorchese Harmony Books. Da ricordare poi i numerosi libri di Peter Underwood, che è stato presidente del Ghost Club britannico e vero e proprio cacciatore di spettri, al pari dei famosi Elliot O’Donnel e Harry Price. Quest’ultimo, in particolare, riuscì nel suo intento di dimostrare che i fantasmi esistono e, secondo numerose testimonianze, egli stesso diventò un fantasma dopo la sua morte. Particolare curioso è che la Sergio Bonelli editore, un cacciatore di spettri l’aveva in casa, infatti, Mauro Boselli, collaboratore della casa editrice, per cui ha scritto il fascicolo “Spettri, mostri e creature” allegato al secondo Special di Martin Mystère, e appassionato di “tutto ciò che fa orrore”, aveva visto un fantasma nella stazione, notoriamente “haunted” (cioè “infestata”) di Stirling, in Scozia, su un treno per Londra, nel 1974. Poi ha avuto esperienze paranormali, urla, pianti, colpi contro le porte, nel 1984, nell’altrettanto infestato bivacco di Hafursey, in Islanda, presso la Collina delle Tre Croci, nel Deserto della Morte. Nel 1986 (l’anno prima dell’uscita di quest’albo) aveva invece indagato sull’infestazione di Sandwood Cottage, nella penisola del Pharph, sempre in Scozia, senza riscontrare però nessun fenomeno bizzarro. Termino questo excursus su fantasmi e affini con ennesima citazione di un altro grande “ghostbuster”: il mago Houdini (1874-1926), insuperato illusionista e maestro di “fughe” da qualsiasi legame (manette, prigioni, camicie di forza, casse sigillate e buttate nei fiumi, ecc.). Houdini, infatti, si dedicò, nell’ultima parte della sua vita, alla ricerca dei fantasmi, poiché voleva mettersi in contatto con la madre morta. Non ci riuscì, perché tutti i medium da lui consultati usavano trucchi, più o meno, ingenui che lui non aveva difficoltà a smascherare. Non perse però la speranza, anzi se diamo retta al film sulla sua vita, diretto nel 1953 da George Marshall e interpretato da Tony Curtis, la sua ultima frase prima di morire fu: “Tornerò. Ci deve essere un modo… Tornerò!”. Quest’avventura, che vide il debutto a pennelli del varesino Corrado Roi, è però ricca di tantissime altre citazioni, alcune indicate chiaramente nella storia stessa, come l’omaggio alla colonna sonora di “All That Jazz – Lo spettacolo continua”, film diretto nel 1979 da Bob Fosse (prima vignetta di pagina 45), altre più difficili da individuare. Inoltre questa è l’unica storia in cui il nostro Old Boy fuma, o meglio tenta di fumare senza riuscirci, una sigaretta (pagina 18). Infine, come si capisce dal titolo, in quest’albo fa la sua prima apparizione Anna Never, una ragazza molto ingenua e distratta, che sovente combina guai. Anna, che diventerà un personaggio femminile ricorrente nelle storie del nostro eroe, è di origini polacche (il suo vero cognome, si scoprirà nello Speciale numero 19, “La peste”, dell’ottobre 2005, è Neverodkiewicz), fa l'attrice, ma spesso è cacciata dai set per il suo essere eternamente con la testa fra le nuvole e per la sua propensione a causare danni in continuazione.
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Fonti:
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Rubrica “Il Club dell’Orrore” dell’albo: “Il fantasma di Anna Never”; numero 4; Serie Regolare; Milano; Editoriale Daim Press; Gennaio 1987;
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Capitolo “Serie Regolare” del catalogo: “Collezionare Dylan Dog” – Catalogo 2006; Realizzato in occasione della “Fiera del disco e del fumetto” 2006 di Arezzo (28-29 gennaio 2006); Alessandro Bertoldi; Arezzo; Novembre 2005; pag. 2;
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Capitolo “Serie Regolare” del catalogo: “Collezionare Dylan Dog, nuova edizione” – Catalogo 2010; Realizzato in occasione della mostra “Cartoomics” 2010 di Milano (26-28 marzo 2010); Alessandro Bertoldi; Arezzo; Marzo 2010; pag. 42;
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Scheda di catalogazione dell’albo “Il fantasma di Anna Never” della pagina web https://www.cravenroad7.it/wikidyd/index.php?title=Il_fantasma_di_Anna_Never, del sito: www.cravenroad7.it – Il portale di Dylan Dog, sezione Wikidyd – l’enciclopedia dylaniata;
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Scheda di catalogazione dell’albo “Il fantasma di Anna Never” della pagina web https://www.ddcomics.it/catalogo-dyd/serie-italiana/serie-regolare-ita/dylan-dog-n-4-il-fantasma-di-anna-never/, del sito: www.ddcomics.it – Il blog di Dylan Dog;
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Sezione “4. Le donne di Dylan Dog” della pagina web https://it.wikipedia.org/wiki/Dylan_Dog, del sito: www.wikipedia.it – L’enciclopedia libera.
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Prezzo di copertina[4]: L. 1.300 (€ 0,67)
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Valore commerciale[5]: da € 70,00 a € 35,00
[1]Nella voce “Foliazione” sono indicate il numero delle pagine degli albi più le 4 di copertina. Per ragioni tecniche nel conteggio ho intenzionalmente ignorato “Il Giornale di Sergio Bonelli Editore”, inserto pubblicitario, solitamente di 8 pagine, che dal giugno 1988 fino alla sua scomparsa, quando fu sostituito dall’edizione online sul sito internet della Bonelli, era inserito, con cadenza inizialmente annuale e poi variabile, in tutti le pubblicazioni del formato Bonelli (cm 16x21) di periodicità mensile per reclamizzare le varie produzioni a fumetti della casa editrice di via Buonarroti.
[2]Nella voce “Tipo di stampa” è indicata la colorazione delle pagine interne degli albi (bianco e nero, a colori, bianco e nero/a colori, ecc.), non si riferisce quindi alla colorazione delle copertine che, salvo diverse indicazioni sono a colori.
[3]La voce “Esaurito/Disponibile” è stata realizzata tramite controllo internet nella sezione arretrati sul sito della Sergio Bonelli Editore.
[4]Nel caso in cui nella voce “Prezzo di copertina” venga indicato il prezzo dell’albo ancora in Lire tra parentesi, è riportato il controvalore in Euro.
[5]Nella voce “Valore commerciale” è indicata una doppia valutazione economica che si riferisce ad albi che vanno da condizioni da edicola (perfetti, con costole squadrate, centrati, senza alcun segno, ecc.) a condizioni buone (non ingialliti, senza mancanze, segni di biro o strappi). Per tutti gli albi in condizioni inferiori si devono quindi considerare quotazioni che vanno dal costo minimo che è indicato a decrescere.
N.B.: Se nelle singole schede di catalogazione mancano dei dati, è da intendersi che, nonostante le ricerche effettuate, non siano stati recuperati. In questo caso verrà indicata la dicitura: “dato non reperito”.