N. 2 - Jack lo Squartatore - novembre 1986

N. 2 - Jack lo Squartatore - novembre 1986
  • Numero: 2

  • Titolo: Jack lo Squartatore

  • Collana: Serie Regolare

  • Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi

  • Disegni: Gustavo Trigo

  • Copertina: Claudio Villa

  • Lettering: Piero Ravaioli

  • Data di pubblicazione: novembre 1986

  • Casa editrice: Editoriale Daim Press

  • Periodicità: mensile

  • Formato: cm 16x21

  • Foliazione[1]: 96 pagine + copertina

  • Caratteristiche editoriali: brossurato

  • Tipo di stampa[2]: bianco e nero

  • Esaurito/Disponibile[3]: esaurito

  • Note e curiosità: Questa seconda avventura dell’Indagatore dell’Incubo, il primo “giallo-horror” del filone dylaniato, come si evince fin dal titolo, è sta ispirata dal leggendario Jack lo Squartatore (o Sventratore, che dir si voglia) che, nell’anno di grazia 1888, a White Chapel, miserabile e malfamato quartiere dell’East End di Londra, consumò i suoi atroci delitti, guadagnandosi un posto di primo piano nella “mitologia” horror. Infatti, se pur il crimine a White Chapel fosse di casa e uccidere fosse ordinaria amministrazione, questo vile tagliagole riuscì ad attirare su di se una grandissima attenzione, che nel tempo, forse per quell’aura quasi “romantica” che l’ha circondato, si è trasformata in una vera e propria leggenda. Schiere di scrittori e sociologi hanno cercato di capire il perché di tanta fama, senza però riuscire a darci una risposta. Forse Jack, come molti altri individui malati, ha avuto, e ha ancora, la capacità di “affascinare” i più, grazie alla sua attitudine a incarnare alcuni dei nostri terrori più profondi e irrazionali. Nel volgere di pochi mesi, almeno sei furono le vittime accertate di Jack. Tutte prostitute e tutte uccise con lo stesso metodo: un taglio con un coltello-rasoio, variavano invece gli squartamenti e le mutilazioni. La cosa però veramente anomala, rispetto ad altri omicidi simili, era l’esibizionismo di Jack (“pseudonimo” da lui stesso scelto), che spedì alla polizia varie lettere in cui commentava le sue passate imprese e ne annunciava altre. Famosa in particolare è la prima, in cui tra l’altro si scusa di non essere riuscito a scrivere con il sangue ma con del banale inchiostro rosso e si termina più o memo così: “Il mio coltello è luccicante e affilato, e voglio metterlo al lavoro… Buona fortuna. Cordialmente. Jack The Ripper”. La sua identità non fu, però, mai accertata, e anche se le indagini, a livello “amatoriale”, sono proseguite fino ai giorni nostri, è probabile che la verità non si saprà mai. I maggiori sospettati furono di volta in volta un medico, un avvocato, un membro della famiglia reale e perfino Sherlock Holmes, infatti, nella vasta letteratura, più o meno di fantasia, ispirata a Jack, c’è anche un romanzo scritto da un imitatore di Conan Doyle, il vero autore di Sherlock Holmes, in cui il famoso detective si rivela come il sanguinario assassino. Purtroppo non esiste invece un volume in italiano (e neanche in inglese, a quanto mi risulta) dedicato interamente allo Squartatore e alla sua realtà storica, ma vasti articoli si possono ancora trovare in alcuni libri, ormai non facilmente reperibili, come: “I grandi fuorilegge”, volume terzo, Compagnia Generale Editoriale, l’“Enciclopedia del crimine e dei criminali”, edito dalla Longanesi, e “Open Files”, della McGraw-Hill Book Company, quest’ultimo in lingua inglese. Quanto alla letteratura fantastica è impossibile non citare almeno “Yours truly, Jack The Ripper” di Robert Bloch, “Uno studio in nero” di Ellery Queen e “Il vaso di Pandora” di Frank Wedekind, dramma da cui, nel 1928, Pabst trasse il film “Lulù”. Proprio il cinema ha saputo sfruttare a fondo il “mito” di Jack, principalmente in tante pellicole di serie B, ma anche in alcune di serie A: fra queste ultime, il posto d’onore spetta al grande Hitchcock, con “The Lodger” del 1926, dove Jack si firma “The Avenger”, il vendicatore. In anni più recenti, ricordiamo “Assassino su commissione” e soprattutto “L’uomo venuto dall’impossibile”, che accostando Jack allo scrittore H.G. Wells e alla sua “macchina del tempo” è forse il film più originale sul tema dello Squartatore. L’autore dei disegni di questa storia, dove Dylan è chiamato a far luce su una serie di misteriosi delitti di cui proprio Jack (o meglio il suo fantasma) è accusato, fu un vero e proprio “artista” delle nuvole parlanti, l’argentino ma romano d’adozione, Gustavo Trigo. Trigo esponente di primo piano del “fumetto d’autore” e vera e propria colonna della rivista “L’Eternauta”, commise però un grave errore durante la realizzare delle ultime pagine di quest’albo. Infatti, a pagina 84, nella quarta e quinta vignetta, Jane Sarandon, la bella assassina psicopatica protagonista di quest’episodio, s’infila un guanto sulla mano sinistra e afferra un coltello con cui vorrebbe uccidere il nostro Old Boy, nelle pagine seguenti (85 e 87) appare però senza guanto, e addirittura a pagina 89 ha il guanto nella prima e nella terza vignetta, mentre nella quarta ne è di nuovo sprovvista (vedi la sequenza sotto, nelle immagini correlate alla scheda di catalogazione)A quanto è dato sapere quest’errore non fu però corretto nelle ristampe dell’albo. Questa però non è l’unica grave svista contenuta in questa storia, nonostante si risaputo che Dylan sia un ex alcolizzato, Sclavi nelle pagine 28 e seguenti, fa, infatti, bere all’inquilino di Craven Road 7 una birra, errore che è stato corretto solo sul numero 1 della serie bimestrale Dylan Dog Granderistampa (ottobre/novembre 2006) quando questa birra si “trasforma” in un’aranciata. Inoltre quest’avventura è ricca di citazioni di film e fumetti (dell’orrore e no), la più evidente dei quali è al film di Dario Argento “L’uccello dalle piume di cristallo”, pellicola che Dylan e Jane guardano al cinema a pagina 52. Infine nella prima vignetta di pagina 15, in cui Groucho regala a Dylan un nuovo clarinetto, è citato l’albo numero 1 della Serie regolare, “L’alba dei morti viventi”, dell’ottobre 1986.

  • Fonti:

  • Rubrica “Il Club dell’Orrore” dell’albo: “Jack lo Squartatore”; numero 2; Serie Regolare; Milano; Editoriale Daim Press; Novembre 1986;

  • Rubrica “Il Club dell’Orrore” dell’albo: “Le notti della luna piena”; numero 3; Serie Regolare; Milano; Editoriale Daim Press; Dicembre 1986;

  • Capitolo “Serie Regolare” del catalogo: “Collezionare Dylan Dog” – Catalogo 2006; Realizzato in occasione della “Fiera del disco e del fumetto” 2006 di Arezzo (28-29 gennaio 2006); Alessandro Bertoldi; Arezzo; Novembre 2005; pag. 2;

  • Capitolo “Serie Regolare” del catalogo: “Collezionare Dylan Dog, nuova edizione” – Catalogo 2010; Realizzato in occasione della mostra “Cartoomics” 2010 di Milano (26-28 marzo 2010); Alessandro Bertoldi; Arezzo; Marzo 2010; pag. 42;

  • Scheda di catalogazione dell’albo “Jack lo Squartatore” della pagina web https://www.cravenroad7.it/wikidyd/index.php?title=Jack_lo_squartatore, del sito: www.cravenroad7.it – Il portale di Dylan Dog, sezione Wikidyd – l’enciclopedia dylaniata;

  • Scheda di catalogazione dell’albo “Jack lo Squartatore” della pagina web https://www.ddcomics.it/catalogo-dyd/serie-italiana/serie-regolare-ita/dylan-dog-n-2-jack-lo-squartatore/, del sito: www.ddcomics.it – Il blog di Dylan Dog;

  • Post “Il guanto della sfiga”, del blog Nuvole Anomale (https://nuvoleanomale.myblog.it/archive/2009/06/27/guanti.html), pubblicato il 27 giugno 2009.

  • Prezzo di copertina[4]: L. 1.300 (€ 0,67)

  • Valore commerciale[5]da € 70,00 a € 35,00

[1]Nella voce “Foliazione” sono indicate il numero delle pagine degli albi più le 4 di copertina. Per ragioni tecniche nel conteggio ho intenzionalmente ignorato “Il Giornale di Sergio Bonelli Editore”, inserto pubblicitario, solitamente di 8 pagine, che dal giugno 1988 fino alla sua scomparsa, quando fu sostituito dall’edizione online sul sito internet della Bonelli, era inserito, con cadenza inizialmente annuale e poi variabile, in tutti le pubblicazioni del formato Bonelli (cm 16x21) di periodicità mensile per reclamizzare le varie produzioni a fumetti della casa editrice di via Buonarroti.
[2]Nella voce “Tipo di stampa” è indicata la colorazione delle pagine interne degli albi (bianco e nero, a colori, bianco e nero/a colori, ecc.), non si riferisce quindi alla colorazione delle copertine che, salvo diverse indicazioni sono a colori.
[3]La voce “Esaurito/Disponibile” è stata realizzata tramite controllo internet nella sezione arretrati sul sito della Sergio Bonelli Editore.
[4]Nel caso in cui nella voce “Prezzo di copertina” venga indicato il prezzo dell’albo ancora in Lire tra parentesi, è riportato il controvalore in Euro.
[5]Nella voce “Valore commerciale” è indicata una doppia valutazione economica che si riferisce ad albi che vanno da condizioni da edicola (perfetti, con costole squadrate, centrati, senza alcun segno, ecc.) a condizioni buone (non ingialliti, senza mancanze, segni di biro o strappi). Per tutti gli albi in condizioni inferiori si devono quindi considerare quotazioni che vanno dal costo minimo che è indicato a decrescere.

N.B.: Se nelle singole schede di catalogazione mancano dei dati, è da intendersi che, nonostante le ricerche effettuate, non siano stati recuperati. In questo caso verrà indicata la dicitura: “dato non reperito”.

Immagini correlate alla scheda di catalogazione

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*Eventuali note e curiosità ricevute saranno pubblicate in un aggiornamento della scheda di catalogazione e chi le avrà fornite, sarà citato come collaboratore del sito.

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