N. 3 - Le notti della luna piena - dicembre 1986

N. 3 - Le notti della luna piena - dicembre 1986
  • Numero: 3

  • Titolo: Le notti della luna piena

  • Collana: Serie Regolare

  • Soggetto e sceneggiatura: Tiziano Sclavi

  • Disegni: Giuseppe Montanari & Ernesto Grassani

  • Copertina: Claudio Villa

  • Lettering: Carmen Bioletto

  • Data di pubblicazione: dicembre 1986

  • Casa editrice: Editoriale Daim Press

  • Periodicità: mensile

  • Formato: cm 16x21

  • Foliazione[1]: 96 pagine + copertina

  • Caratteristiche editoriali: brossurato

  • Tipo di stampa[2]: bianco e nero

  • Esaurito/Disponibile[3]: esaurito

  • Note e curiosità: Quest’albo, in cui il nostro Old Boy deve indagare sulla misteriosa scomparsa della collegiale Mary Ann Price, come si capisce dal titolo e dalla copertina, fu ispirato dagli uomini-lupo. Nella storia stessa, nella terza vignetta di pagina 39, Rudy, il simpatico gestore della locanda “Lupo nero”, del piccolo villaggio di Wolfburg, nella Foresta Nera in Germania, cita il film, vera e propria pietra miliare del genere, “Uomo lupo”, diretto nel 1941 da George Waggner e interpretato da Lon Chaney jr. e Bela Lugosi. In precedenza c’erano stati: “The Wolf-Man”, film muto del 1924, e “The Werewolf of London” (“Il licantropo di Londra”) nel 1935, quest’ultimo con Jack Pierce come truccatore, cioè il truccatore famoso per aver creato la maschera di Frankenstein. Da ricordare però anche la pellicola del 1935 “I was a Teen Age Werewolf” (“Sono stato un licantropo minorenne”), del filone “giovanile”, in tempi più recenti ripreso con “Voglia di vincere”, interpretato da Michael J. Fox, l’attore di “Ritorno al futuro”. Impossibile però non citare anche “Il cervello di Frankenstein”, film comico di Gianni e Pinotto, con la partecipazione straordinaria di molti mostri, oltre alla creatura di Frankenstein, appunto l’uomo lupo, e poi Dracula e l’uomo invisibile. Da notare che a quell’epoca, gli anni Quaranta, gli effetti speciali migliori si trovavano proprio in queste pellicole comiche, mentre quelle dichiaratamente horror avevano budget molto più limitati. Chiudo questa breve rassegna con la citazione del celeberrimo “Un lupo mannaro americano a Londra” di Landis, anche se preferisco, per il livello tecnico delle trasformazioni, “L’ululato” di Joe Dante, film purtroppo meno conosciuto del primo. Errata invece la convinzione di alcuni fan che quest’avventura fosse stata ispirata dall’omonimo film diretto nel 1984 da Eric Rohmer, l’ipotesi fu, infatti, smentita dai curatori dell’Indagatore dell’Incubo ne “Il Club dell’Orrore” della ristampa pubblicata nell’agosto 1990. Nella letteratura l’uomo lupo invece, con i vari nomi di versipellies, loup-garou, liberou, lobishomen, werewolf, galipote, ecc., ha una storia vastissima e di alto livello, anche se con meno successo di altri mostri. Hanno scritto di lui, dall’antichità ai giorni nostri, Ovidio, Virgilio, Sant’Agostino, Cervantes, Rabelais, Kipling, fino all’onnipresente Stephen King, che gli ha dedicato il libro pubblicato, con delle splendide illustrazioni, da Longanesi, “Unico indizio luna piena”, da cui tra l’altro è stato tratto un bellissimo film. Nella storia di quest’albo c’è però un altro tema mescolato a quello della licantropia, le streghe, di cui menziono, anche perché, seppur dando luogo a una trama differente, l’ambientazione e alcuni personaggi ne sono una chiara citazione, uno dei pochissimi film dedicati all’argomento, lo stupendo “Suspiria” di Dario Argento. Quest’avventura che vide il debutto a pennelli della Serie Regolare di Ernesto Grassani (milanese, che fa i disegni a matita) e Giuseppe Montanari (bolognese, che lì “ripassa” a china), veri e propri artisti che insieme formano una coppia affiatata e di alto livello professionale, è ricca di citazioni e riferimenti. A pagina 44, nella seconda vignetta è citata, ad esempio, la fiaba, trascritta da Charles Perrault, “Barbablù”, contenuta nella raccolta “I racconti di Mamma Oca” del 1697, mentre nella terza vignetta di pagina 54, Groucho “nomina” l’albo del mese precedente “Jack lo Squartatore” (numero 2, del novembre 1986). Inoltre il cognome delle sorelle Helga e Edda Blucher, rimanda al personaggio di Frau Blucher (la governate del Dottor Frankenstein) interpretato, nel 1974 dall’attrice Cloris Leachman, in Frankenstein Junior, uno dei film più divertenti di Mel Brooks, mentre il cognome e le fattezze del commissario Durrenmatt (pagina 53) sono un chiaro omaggio allo scrittore elvetico Friedrich Dürrenmatt. Anche in quest’avventura, come in quella del mese precedente (“Jack lo Squartatore”, numero 2, del novembre 1986), c’è un grossolano errore. Nella quarta vignetta di pagina 39, infatti, l’astemio Dylan Dog beve un boccale di birra. Nonostante le ricerche però non è dato sapere se questa svista (che non fu corretta nelle ristampe dell’albo) sia da attribuire a Tiziano Sclavi, o fosse un’iniziativa del duo Montanari & Grassani. Per di più, un altro grosso errore fu commesso dal copertinista Claudio Villa, che nella copertina di questo albo fece indossare all’inquilino di Craven Road 7 una camicia bianca anziché la “solita” camicia rossa. Come tutti sanno, infatti, Dylan veste sempre allo stesso modo e solo in questa copertina e in altre due disegnate da Villa, quella del numero 6, “La bellezza del Demonio” del marzo 1987 e quella del numero 12, “Killer!” del settembre 1987, e nelle storie a colori fuori serie del ciclo “Gli inquilini arcani”, disegnate da Corrado Roi, indossa una camicia bianca. Errore che fu corretto solo nell’agosto del 1996, nella copertina della ristampa Collezione Book, dove la camicia di Dylan “torna” a essere rossa. Questa storia è infine collegato ad altri albi del nostro eroe, infatti, Dylan nell’avventura “Cagliostro!” (numero 18, del marzo 1988) si troverà ad affrontare la terza sorella Blucher, intenzionata a vendicarsi della morte delle amate sorelline, mentre a distanza di circa sei anni dalla pubblicazione di quest’avventura, Sclavi e Marcheselli realizzeranno la continuazione di questa storia con l’albo “L’ultimo plenilunio” (numero 72, del settembre 1992).

  • Fonti:

  • Rubrica “Il Club dell’Orrore” dell’albo: “Le notti della luna piena”; numero 3; Serie Regolare; Milano; Editoriale Daim Press; Dicembre 1986;

  • Capitolo “Serie Regolare” del catalogo: “Collezionare Dylan Dog” – Catalogo 2006; Realizzato in occasione della “Fiera del disco e del fumetto” 2006 di Arezzo (28-29 gennaio 2006); Alessandro Bertoldi; Arezzo; Novembre 2005; pag. 2;

  • Capitolo “Serie Regolare” del catalogo: “Collezionare Dylan Dog, nuova edizione” – Catalogo 2010; Realizzato in occasione della mostra “Cartoomics” 2010 di Milano (26-28 marzo 2010); Alessandro Bertoldi; Arezzo; Marzo 2010; pag. 42;

  • Scheda di catalogazione dell’albo “Le notti della luna piena” della pagina web https://www.cravenroad7.it/wikidyd/index.php?title=Le_notti_della_luna_piena, del sito: www.cravenroad7.it – Il portale di Dylan Dog, sezione Wikidyd – l’enciclopedia dylaniata;

  • Scheda di catalogazione dell’albo “Le notti della luna piena” della pagina web https://www.ddcomics.it/catalogo-dyd/serie-italiana/serie-regolare-ita/dylan-dog-n-3-le-notti-della-luna-piena/, del sito: www.ddcomics.it – Il blog di Dylan Dog;

  • Sezioni “1. Aspetti salienti” e “3. Luoghi, oggetti e personaggi comprimari”  della pagina web https://it.wikipedia.org/wiki/Dylan_Dog, del sito: www.wikipedia.it – L’enciclopedia libera.

  • Prezzo di copertina[4]: L. 1.300 (€ 0,67)

  • Valore commerciale[5]da € 70,00 a € 35,00

[1]Nella voce “Foliazione” sono indicate il numero delle pagine degli albi più le 4 di copertina. Per ragioni tecniche nel conteggio ho intenzionalmente ignorato “Il Giornale di Sergio Bonelli Editore”, inserto pubblicitario, solitamente di 8 pagine, che dal giugno 1988 fino alla sua scomparsa, quando fu sostituito dall’edizione online sul sito internet della Bonelli, era inserito, con cadenza inizialmente annuale e poi variabile, in tutti le pubblicazioni del formato Bonelli (cm 16x21) di periodicità mensile per reclamizzare le varie produzioni a fumetti della casa editrice di via Buonarroti.
[2]Nella voce “Tipo di stampa” è indicata la colorazione delle pagine interne degli albi (bianco e nero, a colori, bianco e nero/a colori, ecc.), non si riferisce quindi alla colorazione delle copertine che, salvo diverse indicazioni sono a colori.
[3]La voce “Esaurito/Disponibile” è stata realizzata tramite controllo internet nella sezione arretrati sul sito della Sergio Bonelli Editore.
[4]Nel caso in cui nella voce “Prezzo di copertina” venga indicato il prezzo dell’albo ancora in Lire tra parentesi, è riportato il controvalore in Euro.
[5]Nella voce “Valore commerciale” è indicata una doppia valutazione economica che si riferisce ad albi che vanno da condizioni da edicola (perfetti, con costole squadrate, centrati, senza alcun segno, ecc.) a condizioni buone (non ingialliti, senza mancanze, segni di biro o strappi). Per tutti gli albi in condizioni inferiori si devono quindi considerare quotazioni che vanno dal costo minimo che è indicato a decrescere.

N.B.: Se nelle singole schede di catalogazione mancano dei dati, è da intendersi che, nonostante le ricerche effettuate, non siano stati recuperati. In questo caso verrà indicata la dicitura: “dato non reperito”.

Immagini correlate alla scheda di catalogazione

1 | 2 | 3 >>

Aiutami a completare la scheda di catalogazione (N. 3 - Serie Regolare)

*Eventuali note e curiosità ricevute saranno pubblicate in un aggiornamento della scheda di catalogazione e chi le avrà fornite, sarà citato come collaboratore del sito.

◄albo precedente                                                                         albo successivo►